luca avoledo
GLI ULTIMI ARTICOLI

12 giugno 2021

Diventare vegani: 9 buoni motivi per non farlo

Dieta vegana
9 buoni motivi per non diventare vegani: come rispondere in modo documentato a chi attribuisce al veganismo e alla dieta senza derivati animali una superiorità salutistica ed etica.

Da qualche tempo a questa parte si fa un gran parlare di veganismo, versione più radicale e integralista del vegetarianesimo, una scelta che esclude dall'alimentazione non solo carne e pesce, ma qualunque derivato animale e quindi anche latte, formaggi, uova, miele.

Alla dieta vegan i suoi sostenitori conferiscono maggior salubrità, naturalità ed etica rispetto alla comune alimentazione onnivora e non sono pochi coloro che, continuando a sentir ripetere certe affermazioni in modo piuttosto acritico, si domandano se davvero è necessario diventare vegani per star bene.

L'analisi razionale dei principali cavalli di battaglia del veganesimo dimostra tuttavia che i pregi della scelta vegana sono più supposti che reali.


Esaminiamo, una per una, quali sono le ragioni per cui il veganismo non è quella soluzione ideale che i suoi patrocinatori ritengono, provando a fare chiarezza sui più diffusi miti dell'alimentazione vegan.

Approfondiremo i seguenti 9 buoni motivi per non diventare vegani, con il conforto delle evidenze scientifiche.


1 - La dieta vegana non è la dieta naturale dell'uomo


Abbiamo mangiato proteine animali per tutta la nostra storia evolutiva e così hanno fatto prima di noi gli ancestrali progenitori dell'uomo, gli australopitechi. Per risalire a un nostro antenato erbivoro dobbiamo spingerci addirittura oltre 5 milioni di anni fa.

Un estratto del libro No Vegan di Luca Avoledo sull'alimentazione naturale dell'uomo

La nostra specie si è perfino evoluta ed è diventata ciò che è grazie al consumo di carne, che ha consentito, tra le altre cose, un'espansione del cervello senza eguali nel regno animale. Se non avessimo seguito una dieta ricca di proteine animali, probabilmente vivremmo ancora nelle foreste, come scimpanzé e gorilla, citati spesso come esempio di naturalità dalla propaganda vegana.


2 - L'anatomia e la fisiologia dell'uomo sono quelle degli animali onnivori


Contrariamente a quanto sostengono alcuni articoli e infografiche pro-vegan reperibili in rete, che paragonano tratti anatomici di animali erbivori, carnivori, frugivori e onnivori in modo errato e ne traggono conclusioni arbitrarie, l'essere umano ha caratteristiche tipiche da onnivoro.


Luca Avoledo, biologo nutrizionista e onnivoro, e Massimo Brunaccioni, personal trainer vegano, si confrontano in un video, spiegando l'uno all'altro il proprio punto di vista.

Possediamo denti non specializzati che ci consentono di nutrirci sia di vegetali che di tessuti animali, enzimi digestivi perfettamente atti a demolire le proteine animali, un apparato digerente di dimensioni intermedie tra quello lungo degli erbivori e l'intestino corto dei carnivori. Chi sostiene che l'uomo è vegano per anatomia dimostra semplicemente di non conoscere l'anatomia.


3 - La carne non fa venire il cancro


Nell'ottobre del 2015 la maggior parte dei media ha divulgato in modo superficiale e allarmistico la decisione della IARC – l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità - di inscrivere i salumi tra le sostanze cancerogene e la carne rossa tra quelle che potrebbero esserlo.


E' stata la stessa IARC a dover intervenire per far chiarezza, dopo il panico scatenato da certa cattiva stampa e tante inutili polemiche: è l'eccesso di carne rossa ciò che può essere nocivo (come per qualunque alimento, d'altronde), mentre un consumo moderato è del tutto sicuro e persino benefico, basta non superare i 700-750 grammi (peso a crudo) di carne rossa alla settimana. Inserita nella dieta in modo intelligente, la carne è un alimento dotato di solidi pregi nutrizionali che gli altri cibi non hanno.


4 - Nei prodotti di origine animale non ci sono ormoni né antibiotici


Uno tra i luoghi comuni più diffusi tra chi ama disinformare e spaventare vuole che carne, latte e uova siano pieni di ormoni e antibiotici. E' allora il caso di precisare che in Italia gli ormoni sono vietati in zootecnia dal 1981 e che negli allevamenti gli antibiotici vengono somministrati solo quando necessario e unicamente dietro prescrizione veterinaria.


L'Italia è poi in assoluto uno dei paesi al mondo in cui gli alimenti animali sono più controllati, tanto che i dati raccolti dal Ministero della Salute in attuazione del Piano nazionale per la ricerca dei residui negli animali e nei loro prodotti dimostrano che su 44.108 campioni esaminati le irregolarità ammontano solo allo 0,09% del totale. Chi preferisce, in ogni caso, può anche ricorrere alla carne da allevamenti biologici.


5 - The China Study non è affidabile


Il China Study di T. Colin Cambpell, pubblicato nel 2005 (in Italia nel 2011), è il libro che il popolo vegan stava aspettando, perché fornisce tanti argomenti salutistici utili a chi voglia abbracciare una dieta senza derivati animali e sembra giustificare appieno la validità di tale scelta.


Ciò che chi cita questo testo come prova della superiorità della dieta vegana non sa o si dimentica di dire è che la scienza lo ha sconfessato e definito inattendibile. Il China Study è considerato una fonte autorevole solo dai vegani ideologici.


6 - La dieta vegan è a rischio di carenze di nutrienti


Per coloro che hanno un'alimentazione priva di cibi animali il rischio di carenze è molto più alto rispetto a chi segue una dieta onnivora, così come quindi quello dei pericoli che ne possono derivare.

Il deficit di vitamina B12, assente nei vegetali, è presto o tardi conseguenza inevitabile della dieta vegana. Zinco, ferro, calcio, vitamina D, acidi grassi omega 3 come EPA e DHA e amminoacidi essenziali sono altri nutrienti di cui la dieta vegan tende a essere carente, a meno che non sia condotta in modo estremamente attento e scrupoloso (in questo articolo ho approfondito il tema dei deficit nutrizionali dei vegani).

IL PRODOTTO CHE HO SELEZIONATO PER VOI
Omegor® Vitality 1000 - perle da 1410 mg
Integratore alimentare di acidi grassi Omega 3 EPA e DHA - Puri e Concentrati
U.G.A. Nutraceuticals


Le ripercussioni dovute a insufficienti introiti di nutrienti fondamentali possono risultare decisamente gravi, ancor più nei bambini, che sarebbe meglio proteggere dall'imposizione di scelte alimentari ideologiche.


7 - L'alimentazione vegana non è cruelty free


I vegani pensano con la loro scelta di evitare la morte e lo sfruttamento degli animali. Ma questo è falso.

Credono di non fare del male alla natura e agli animali semplicemente perché rinunciano alla bistecca e alle uova. Ignorano la moltitudine di esseri viventi che devono essere uccisi per coltivare un solo campo di cereali o di ortaggi (dagli insetti, ai lombrichi, alle lucertole, agli uccelli e ai loro piccoli e alle uova nei nidi, a mammiferi come talpe e topi), a causa delle tecniche di aratura, protezione e raccolta dei prodotti agricoli.


Un breve video di Luca Avoledo di presentazione del libro "No Vegan".

Così come ignorano un aspetto persino più importante, ovvero la quantità di habitat e territorio che viene sottratta alla fauna e alla vegetazione naturale per far spazio alle diverse opere e attività umane di cui tutti beneficiamo: oltre all'agricoltura, le abitazioni, le strade, le industrie. Abbiamo un enorme impatto sulla natura, per larga parte ineliminabile e incomprimibile, per il solo fatto che esistiamo.

Anche i vegani dipendono direttamente dagli animali per la loro sopravvivenza. Persino gli stessi cibi vegetali che compongono la loro dieta sono stati impollinati da api e coltivati grazie al letame prodotto dal bestiame di allevamento.


Non manca poi chi non mangia la fettina e il formaggio - e colpevolizza coloro che lo fanno -, ma usa serenamente scarpe e borse in cuoio, capi in lana, camicie in seta, occhiali di corno, inserti dell'automobile in pelle e tutta una folta serie di accessori e oggetti di provenienza animale.

Affermare che essere vegani sia vivere senza arrecare sofferenza è nella migliore delle ipotesi ingenuità, nella peggiore ipocrisia.


8 - Il veganismo non sfamerà il mondo


Tanti fautori della dieta priva di derivati animali sostengono che se chiunque diventasse vegano verrebbe sconfitto il problema della fame nel mondo, di cui attribuiscono la colpa agli allevamenti e alle risorse ambientali da questi consumate. Non sanno che già oggi disponiamo di cibo in abbondanza per sfamare l'intero pianeta e che le cause di questo fenomeno sono semmai di natura economica e di impossibilitato accesso a sufficienti quantità e qualità di cibo da parte dei paesi più poveri.

Il libro No Vegan

Anche qualora tutti ci convertissimo al veganismo non cambierebbe alcunché. Per riuscire a nutrire le popolazioni che patiscono cronicamente la fame basterebbe evitare di sprecare 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, come invece avviene attualmente in Europa e negli Stati Uniti. Oltre, naturalmente, alla volontà di una più equa distribuzione delle risorse e alla garanzia del diritto al cibo per tutti.


9 - Gli allevamenti non sono lager


On line girano video e immagini truculente di macelli provenienti da chissà quali paesi del terzo mondo, che giustamente scandalizzano, ma che non rappresentano la realtà, perlomeno quella italiana. Nel nostro paese vige una precisa regolamentazione sul benessere degli animali da reddito in attuazione di direttive comunitarie e i maltrattamenti sono severamente puniti dalla legge. Esisteranno senz’altro situazioni non a norma, ma Asl e Nas non hanno alcuna esitazione a chiudere allevamenti che non garantiscono il benessere animale.

Infografica sulla presunta crudeltà della dieta onnivora

Al di là del rispetto delle leggi, poi, nessun allevatore degno di questo nome ha interesse a trattare male i propri animali, che sono per lui essenziale fonte di guadagno, dal momento che sa quanto la qualità della loro vita sia strettamente legata a quella della produzione. Chi lo desidera, comunque, può anche scegliere di rivolgersi agli allevamenti etici, realtà ormai non più così rare. Pretendere di abolire gli allevamenti animali quando si scopre un caso da denuncia è come invocare la chiusura di tutte le scuole per un episodio di maltrattamento sui bambini da parte della maestra.


Chiunque ha il diritto di decidere di mangiare come preferisce - e certo anche vegano -, auspicabilmente dopo essersi bene informato. Quello che invece non può fare è distorcere la realtà dei fatti e veicolare affermazioni destituite di fondamento, palesemente false, pseudoscientifiche, tese a spaventare anziché informare, a scopo di proselitismo.

Un'alimentazione onnivora ben condotta, ispirata alla dieta mediterranea e che contempli cibi di provenienza sia vegetale che animale in quantità equilibrate, è più sana e benefica di qualunque altra, compresa quella vegana.

La dieta vegana non è sbagliata. E' inutile.


Articolo di
biologo nutrizionista, dottore magistrale in scienze della nutrizione umana, dottore magistrale in scienze naturali, master universitario in naturopatia.


PER APPROFONDIRE L'ARGOMENTO
No VeganLuca Avoledo
La verità scientifica, oltre le mode
Sperling & Kupfer

FONTI E BIBLIOGRAFIA SCIENTIFICA
  1. Alexander DD et al, "Meta-analysis of prospective studies of red meat consumption and colorectal cancer", Eur J Cancer Prev, 2011 Jul;20(4):293-307.
  2. Fischer B & Lamey A, "Field deaths in plant agriculture", J Agric Environ Ethics, 2018; 31:409–428.
  3. Foster M et al, "Effect of vegetarian diets on zinc status: a systematic review and meta-analysis of studies in humans", J Sci Food Agric, 2013 Aug 15;93(10):2362-71.
  4. Lund AM, "Questions about a vegan diet should be included in differential diagnostics of neurologically abnormal infants with failure to thrive", Acta Paediatr, 2019 Apr 21.
  5. Milton K, "The critical role played by animal source foods in human (Homo) evolution", J Nutr, 2003 Nov;133(11 Suppl 2):3886S-3892S.
  6. Pawlak R, Lester SE & Babatunde T, "The prevalence of cobalamin deficiency among vegetarians assessed by serum vitamin B12: a review of literature", Eur J Clin Nutr, 2014 May;68(5):541-8.

LINK SPONSORIZZATI

I VOSTRI COMMENTI