luca avoledo
GLI ULTIMI ARTICOLI

30 marzo 2023

Steatosi epatica: la dieta può guarire il fegato grasso?

La dieta contro la steatosi epatica
Non sono disponibili validate terapie farmacologiche per la steatosi epatica. Ma la dieta può guarire il fegato grasso? Facciamo chiarezza, prendendo in esame anche gli integratori alimentari.

La steatosi epatica o fegato grasso (o NAFLD, acronimo di Non-Alcoholic Fatty Liver Disease) è una patologia del fegato senza dubbio diffusa: si stima che ne soffra 1 persona su 4, nella maggior parte dei casi senza saperlo.

Infatti, la steatosi epatica è una malattia che non dà sintomi, se non sfumati o dopo anni, e che usualmente viene scoperta nel corso di un'ecografia dell'addome, di solito svolta per altre ragioni. Al reperto ecografico il fegato steatosico rivela un caratteristico aspetto "brillante", dovuto proprio al grasso in eccesso, sotto forma di trigliceridi, che finisce letteralmente per infarcire le cellule di quest'organo, gli epatociti.

La steatosi epatica è patologia che in genere può considerarsi benigna, ma non priva di possibili complicazioni, prima tra tutte la steatoepatite, un'infiammazione cronica capace di danneggiare il fegato (si parla di NASH, Non-alcoholic Steatohepatitis, per distinguerla dalla steatoepatite provocata dall'abuso di alcol). Il danno infiammatorio agli epatociti può esitare, nel tempo, in fibrosi e quindi in franca cirrosi epatica. Quest'ultima costituisce una patologia grave, degnerativa, che evolve facilmente in epatocarcinoma, il più frequente tumore maligno del fegato. Si tratta, in sostanza, di uno scenario del tutto sovrapponibile a quello che si verifica negli alcolisti, nell'epatite alcolica. Per una buona prognosi della steatosi epatica, la tempestività di intervento si rivela pertanto fondamentale.


A fianco della dieta - strumento imprescindibile di trattamento del fegato grasso -, desidero segnalarvi i migliori nutraceutici per la steatosi epatica, che sono in grado di "completare l'opera" svolta dall'intervento nutrizionale, offrendo spesso un contributo eccellente nella gestione di NAFLD e NASH.


Steatosi epatica e dieta


Il ruolo della corretta alimentazione nel fegato grasso non è materia di discussione: la medicina, ancora oggi, non dispone di farmaci specifici contro questa patologia, mentre la dieta rappresenta uno dei pochi presidi terapeutici documentatamente efficaci per la steatosi epatica.



1. I cibi da evitare o limitare

Già tanto può essere fatto abbandonando alcune cattive abitudini alimentari che favoriscono la steatosi epatica in modo spiccato (e che spesso sono pure nocive da altri punti di vista).

La prima in ordine di importanza riguarda la drastica limitazione degli zuccheri semplici: è necessario imparare a non dolcificare in alcun modo tè, caffè, tisane e simili, evitare le bibite industriali e riservare alle occasioni speciali i dolci di ogni tipo.

Anche la frutta, benché ricca di benefici, non deve essere consumata smodatamente da chi soffre di NAFLD, per il suo contenuto di zuccheri e la correlata capacità di innalzare il livello di trigliceridi nel sangue.


Sostanza a cui le persone con fegato grasso farebbero bene a rinunciare del tutto è l'alcol, compreso quello contenuto in vino e birra, bevande verso cui tanti manifestano un'erronea indulgenza. Questa cautela è importante anche nella steatosi di cui stiamo parlando, quella non alcolica, perché l'alcol comunque stimola la produzione di trigliceridi e peggiora l'infiammazione del fegato.

I grassi sono fin troppo demonizzati, ma da parte dei pazienti con steatosi epatica è raccomandabile moderazione nel consumo di grassi saturi, riducendo soprattutto il ricorso a formaggi, ancor più se stagionati o intensamente fermentati, e a salumi e insaccati.



2. Gli alimenti consigliati

Verdura, pesce, cereali integrali, legumi, semi e frutta a guscio: è su questi cibi che dovrebbe essere imperniata la dieta di chi soffre di NAFLD e, a maggior ragione, di NASH, evitando tuttavia la monotonia e la ripetitività.


In merito alle quantità da consumare, la dieta deve essere normocalorica. Suggerisco tuttavia di lasciar perdere astrusi calcoli e conteggi delle grammature e di optare piuttosto per la "tecnica" di composizione dei pasti che consiglio abitualmente, anche ai miei pazienti alla Clinica del Cibo: il piatto tripartito. Va idealmente diviso in tre settori un piatto di dimensioni normali, riservando un settore pari a circa il 50% alle verdure crude e/o cotte; degli altri due settori del piatto, ciascuno del 25%, uno sarà per le proteine e l'altro per i carboidrati (i cui introiti non devono essere ingenti, per evitare la cosiddetta "lipogenesi de novo", processo biochimico tramite il quale il fegato converte i glucidi in eccesso in trigliceridi).

I suggerimenti per la salute del fegato del dottor Luca Avoledo, biologo nutrizionista esperto in naturopatia, ospite de "Il mio medico" su TV2000.

Sono da privilegiare sempre ricette poco elaborate e modalità di preparazione semplici, che non richiedano eccessive quantità di condimento: cottura a vapore, in padella antiaderente, al cartoccio ecc.



3. Altri aspetti dietetici importanti

C'è una considerazione trasversale a quanto detto sopra e che non può essere omessa: la steatosi epatica è più frequente nei soggetti in sovrappeso, obesi, normopeso ma con elevata circonferenza vita, con diabete di tipo 2 o con sindrome metabolica (quel quadro che vede la contemporanea presenza di sovrappeso, insulinoresistenza, ipertensione arteriosa e alterazione dei livelli ematici di colesterolo e trigliceridi). Come se non bastasse, questi pazienti hanno pure maggiori probabilità di avere la steatoepatite non alcolica (NASH) piuttosto che la semplice steatosi (NAFLD).

Dimagrire e contrastare la sindrome metabolica sono dunque obiettivi imperativi per chi è in sovrappeso e qui la dieta per il fegato grasso deve essere anche una dieta tesa a regolarizzare gradualmente la composizione corporea, ad abbassare la glicemia, a normalizzare il quadro lipidico. In questi casi, è decisamente più opportuno farsi seguire da un nutrizionista esperto.

La dieta per il fegato grasso del dottor Avoledo

Il fegato grasso può guarire: tra le cure più potenti in assoluto per arrestare, e persino invertire, l'evoluzione della steatosi epatica ci sono il cambiamento delle abitudini alimentari e la pratica di un'attività fisica aerobica (corsa, nuoto ecc.) almeno a giorni alterni.

E' tuttavia necessario intervenire per tempo, perché, al contrario, l'evoluzione in cirrosi epatica rappresenta uno scenario privo di possibilità terapeutiche, a parte il trapianto di fegato.


Oltre la dieta: i nutraceutici per il fegato grasso


Diversi sono i fitoterapici, i nutraceutici, gli integratori alimentari che svolgono un ruolo di complemento a quello della dieta nel trattamento della steatosi epatica. Alcuni di questi, come l'inositolo, si caratterizzano per una spiccata efficacia e l'esistenza di specifici riscontri scientifici.

IL PRODOTTO CHE HO SELEZIONATO PER VOI
Inosima Complex
Integratore alimentare di inositolo e vitamina E con colina che supporta la funzione del fegato
Promin


All'inositolo e alle sue proprietà salutistiche, di cui non beneficia solo il fegato, ho già dedicato la "monografia" Inositolo o vitamina B7 per ansia, fegato grasso e ovaio policistico.


Vi si aggiungono ulteriori presidi non farmacologici utili contro la steatosi epatica, quali la colina, la vitamina E, gli omega 3, il cardo mariano (Silybum marianum) - in particolare per il suo contenuto di silimarina e, più ancora, di silibina -, la curcuma e persino determinati probiotici, tutti rimedi che, quando correttamente assunti, esaltano i benefici offerti dal cambiamento delle abitudini alimentari e dall'attività fisica nel frenare l'evoluzione del fegato grasso.


Articolo di
biologo nutrizionista, dottore magistrale in scienze della nutrizione umana, dottore magistrale in scienze naturali, master universitario in naturopatia.


PER APPROFONDIRE L'ARGOMENTO
Ci Vuole FegatoAntonio Moschetta
L'organo chiave per il benessere dell'intero organismo
Mondadori

FONTI E BIBLIOGRAFIA SCIENTIFICA
  1. Aller R et al, "Effect of a probiotic on liver aminotransferases in nonalcoholic fatty liver disease patients: a double blind randomized clinical trial", Eur Rev Med Pharmacol Sci, 2011;15(9):1090-1095.
  2. Aller R et al, "Effect of silymarin plus vitamin E in patients with non-alcoholic fatty liver disease. A randomized clinical pilot study", Eur Rev Med Pharmacol Sci, 2015 Aug;19(16):3118-24.
  3. Bashiardes S et al, "Non-alcoholic fatty liver and the gut microbiota", Mol Metab, 2016 Jun 14;5(9):782-94.
  4. Browning JD et al, "Short-term weight loss and hepatic triglyceride reduction: evidence of a metabolic advantage with dietary carbohydrate restriction", Am J Clin Nutr, 2011 May;93(5):1048-52.
  5. Hudgins LC, "Why do sweets fatten our livers?", Am J Clin Nutr, 2012 Oct;96(4):685-6.
  6. Kargulewicz A, Stankowiak-Kulpa H & Grzymisławski M, "Dietary recommendations for patients with nonalcoholic fatty liver disease", Prz Gastroenterol, 2014;9(1):18-23.
  7. Marchesini G et al, "Nonalcoholic fatty liver, steatohepatitis, and the metabolic syndrome", Hepatology, 2003 Apr;37(4):917-23.
  8. Nasr P et al, "Natural history of nonalcoholic fatty liver disease: a prospective follow-up study with serial biopsies", Hepatol Commun, 2017 Dec 27;2(2):199-210.
  9. Pani A et al, "Inositol and Non-Alcoholic Fatty Liver Disease: a systematic review on deficiencies and dupplementation", Nutrients, 2020 Nov 3;12(11):3379.
  10. Sherriff JL et al, "Choline, its potential role in Nonalcoholic Fatty Liver Disease, and the case for human and bacterial genes", Adv Nutr, 2016 Jan 15;7(1):5-13.
  11. Spadaro L et al, "Effects of n-3 polyunsaturated fatty acids in subjects with nonalcoholic fatty liver disease", Dig Liver Dis, 2008 Mar;40(3):194-9.
  12. Yoshimura E et al, "Lifestyle intervention involving calorie restriction with or without aerobic exercise training improves liver fat in adults with visceral adiposity", J Obes, 2014;2014:197216.

LINK SPONSORIZZATI

I VOSTRI COMMENTI