luca avoledo
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24 marzo 2017

Ashwagandha o Withania somnifera: effetti, dosaggio e controindicazioni

Pianta con foglie di ashwagandha o ginseng indiano (Withania somnifera)
Proviene dall'ayurveda ed è tra i più interessanti fitoterapici in circolazione: un approfondimento su effetti, dosaggio e controindicazioni dell'ashwagandha o Withania somnifera.

Ci sono pochi fitoterapici che personalmente apprezzo tanto quanto l'ashwagandha o ginseng indiano, pianta proveniente dall'ayurveda, la medicina tradizionale utilizzata in India da millenni, ma ormai nota e diffusa anche in Italia per le sue qualità.

Le proprietà dell'ashwagandha


La radice di ashwagandha ha soprattutto proprietà toniche e adattogene (ovvero aumenta la resistenza dell'organismo ai più diversi stress psicofisici), che si associano ad effetti antinfiammatori e antidolorifici.

Queste caratteristiche sono state confermate dalla moderna ricerca scientifica anche con studi specifici sull'uomo e non solo su modelli animali. Il merito dell'attività salutistica della radice di Withania somnifera è da ricondurre innanzitutto ad alcuni suoi particolari principi attivi, denominati, appunto, withanolidi.

L'impiego tradizionale del ginseng indiano nell'ambito della medicina ayurvedica è in primo luogo come antistress naturale e tonico generale e del sistema nervoso, uso che è il principale dell'ashwagandha anche in Occidente.

Per chi conosce l'ayurveda, l'influenza che l'ashwagandha ha sui dosha (le tre energie vitali che pervadono il corpo) è quella di calmare lo squilibrio di vata e di ottimizzare l'attività di kapha.

Quando prendere l'ashwagandha


Il ginseng indiano aiuta a contrastare ansia e nervosismo, offre un valido contributo per migliorare memoria e concentrazione, concorre a combattere stanchezza e debilitazione e a mitigare l'insonnia (come suggerisce il suo nome latino Withania somnifera), senza provocare sonnolenza durante il giorno né, al contrario, possedere gli effetti eccessivamente stimolanti che talvolta possono avere altri pur eccellenti fitoterapici ad azione tonica, come ad esempio il vero ginseng (Panax ginseng).

Alcuni studi hanno mostrato prospettive promettenti riguardo all'uso dell'ashwagandha in forme di demenza quali la malattia di Alzheimer, nonché in certi tipi di cancro.

Di particolare interesse sono anche i già citati effetti antinfiammatori e analgesici di Withania somnifera: al contrario dei farmaci di sintesi, l'ashwagandha non irrita le mucose gastriche e può quindi essere assunta da chi soffra di dolori muscoloscheletrici, artrite e problemi reumatici e nel contempo anche di reflusso gastroesofageo, gastrite o addirittura ulcera.

Effetti collaterali, interazioni farmacologiche e controindicazioni dell'ashwagandha


Withania somnifera in compresse
L'ashwagandha è una pianta sicura.
Non sono stati a oggi evidenziati effetti collaterali dell'ashwagandha: Withania somnifera è una pianta priva di tossicità e utilizzabile con tranquillità ai dosaggi abitualmente consigliati.

Le interazioni con i farmaci dell'ashwagandha riguardano solo alcuni psicofarmaci, come i barbiturici, di cui il ginseng indiano potrebbe rafforzare gli effetti. Peraltro non tutti gli autori concordano sulla veridicità di questa interazione.

In merito alle controindicazioni dell'ashwagandha, l'uso di questa pianta è da evitare in gravidanza, perché potrebbe indurre l'aborto. In genere viene sconsigliata l'assunzione di Withania somnifera anche durante l'allattamento. Inoltre, alcune evidenze, comunque isolate o non del tutto confermate, suggeriscono prudenza o invitano a non prendere l'ashwagandha in caso di ipertiroidismo.

Per quel che riguarda le preparazioni migliori e il dosaggio dell'ashwagandha, sono da preferire gli estratti secchi di radice standardizzati in withanolidi, in capsule o compresse da 200-400 milligrammi, da assumere due o tre volte al giorno.


Articolo di
biologo nutrizionista, dottore magistrale in scienze della nutrizione umana, dottore magistrale in scienze naturali, master universitario in naturopatia.

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