Stanchezza e poca energia? Ti spiego come usare l'eleuterococco

Uomo stanco con pianta e preparazioni erboristiche di eleuterococco
Tra i rimedi per la stanchezza un posto di rilievo spetta all'eleuterococco o ginseng siberiano, un fitoterapico adattogeno che stimola anche le difese immunitarie. Si assume così.

Lavoro, casa, famiglia, sport, amici e altri impegni sociali: i ritmi che la vita spesso ci impone possono facilmente provocare una stanchezza difficile da recuperare e condurci a situazioni di "esaurimento" psicofisico.


L'eleuterococco e i fitoterapici adattogeni


E' in queste circostanze che si rivelano utili i rimedi naturali adattogeni, come il ginseng (Panax ginseng), l'ashwagandha (Withania somnifera), la schisandra (Schisandra chinensis), ma anche la rodiola (Rhodiola rosea) o il fungo terapeutico reishi (Ganoderma lucidum), tutti presidi che aumentano la resistenza dell'organismo ai differenti stress ambientali.

Ai fitoterapici adattogeni appartiene anche l'eleuterococco o ginseng siberiano (Eleutherococcus senticosus, oggi riclassificato botanicamente come Acanthopanax senticosus), che, a dispetto di ciò che lascia intendere il nome comune, non è imparentato con il vero ginseng, se non molto alla lontana.

Nei momenti di sovraffaticamento fisico e mentale l'eleuterococco rappresenta un valido supporto per rivitalizzare le energie, che come nutrizionista e naturopata consiglio spesso.

L'impiego di questo fitoterapico è adatto anche ai cambi di stagione, per sostenere corpo e mente nello sforzo di adattamento alle nuove situazioni di luce, temperatura e clima. Nella mia esperienza clinica, è proprio in questi periodi di transizione che l’eleuterococco mostra effetti decisamente apprezzabili.

Quando ricorrere al ginseng siberiano e alle sue proprietà


L'eleuterococco riduce la stanchezza fisica e mentale, compresa quella che può accompagnare l'arrivo dell'ora legale o il ritorno all'ora solare, combatte astenia, fatica e debilitazione, migliora le performance complessive dell'organismo, velocizza il recupero nella convalescenza e negli stati di surmenage psicofisico, permette al corpo di rispondere meglio allo stress e di gestirlo con più efficacia. Personalmente ritengo l'eleuterococco uno dei migliori tonici-adattogeni quando c’è bisogno di "ripartire" senza stimolanti forti come il ginseng classico, il guaranà o il caffè in eccesso.




Le proprietà dell'eleuterococco sono ulteriormente interessanti, perché questo fitoterapico, oltre a essere un tonico-adattogeno, ha anche attività di rinforzo delle difese immunitarie, per la sua capacità di aumentare il numero di linfociti T, cellule natural killer e anticorpi.

Il dottor Luca Avoledo, biologo specialista in Scienza dell'Alimentazione ed esperto in naturopatia, illustra i più interessanti rimedi naturali per la stanchezza di corpo e mente.

Sotto questo profilo, l'eleuterococco costituisce uno dei rimedi naturali complementari a quelli solitamente inseriti nel protocollo naturale di prevenzione di raffreddore, influenza e altre malattie invernali.

Controindicazioni, interazioni farmacologiche ed effetti collaterali dell'eleuterococco


L'eleuterococco è un fitoterapico di norma ben tollerato, che può essere assunto con tranquillità. Gli effetti indesiderati del ginseng siberiano riguardano in genere l'uso prolungato e i dosaggi elevati e comprendono lieve ipertensione, palpitazioni, agitazione e insonnia (alla quale tuttavia si riesce in genere a porre rimedio evitando somministrazioni serali di eleuterococco).




L'eleuterococco può interagire con diversi farmaci, soprattutto a causa del suo effetto tonico e stimolante sul sistema nervoso e immunitario. E' noto che possa potenziare l'azione dei farmaci stimolanti o contenenti caffeina, aumentando il rischio di tachicardia, insonnia e nervosismo. Può inoltre interferire con farmaci ipoglicemizzanti (come insulina o antidiabetici orali) alterando i livelli di glicemia, e modificare la risposta a farmaci antipertensivi, con possibile variazione della pressione arteriosa. Alcuni studi segnalano anche una potenziale interazione con anticoagulanti e farmaci che agiscono sul metabolismo epatico, poiché l’eleuterococco può influenzare alcuni enzimi del fegato (citocromi P450).

Per questi motivi, è sempre raccomandabile evitare di assumere eleuterococco autonomamente in presenza di terapie croniche, specialmente cardiovascolari, metaboliche o neurologiche. Non mi stanco mai di sottolineare l'importanza di una valutazione personalizzata prima di introdurre qualsiasi fitoterapico, soprattutto se si assumono farmaci.

L'appuntamento alla Clinica del Cibo con il dottor Luca Avoledo per vincere naturalmente la stanchezza

Per ciò che concerne le controndicazioni all'uso dell'eleuterococco, come per molte altre piante, l'impiego di ginseng siberiano non è consigliabile in gravidanza e durante l'allattamento.

Eleuterococco: dosaggi suggeriti


La posologia dell'eleuterococco è in genere di 30-50 gocce 2-3 volte al dì nel caso della tintura madre (estratto idroalcolico) e di una compressa o capsula da 200-500 milligrammi un paio di volte al giorno, se invece si fa riferimento all'estratto secco.


Eleuterococco - Estratto Secco in Tavolette
Svolge un'azione tonico-adattogena
Fitomedical


Questa seconda formulazione presenta di norma una maggiore concentrazione di principi attivi ed è quindi conveniente nel caso si lamenti stanchezza profonda e prolungata. Suggerisco di optare per capsule o compresse di estratto di eleuterococco preferibilmente titolato in eleuterosidi al 3% e polisaccaridi.

Di particolare utilità possono risultare anche le preparazioni erboristiche in cui l'eleuterococco è abbinato ad altri rimedi naturali adattogeni o tonici: la sinergia dei diversi composti consente di ottenere risultati interessanti, posto tuttavia che le quantità per capsula di ogni singola erba non siano eccessivamente basse, come purtroppo non infrequentemente avviene con i mix già pronti di rimedi.


Sono Stanco, ma non so perchè...!Philippe-Gaston Besson
Come affrontare la stanchezza cronica
Il Punto d'Incontro


In questi casi raccomando particolarmente di affidarsi a formulazioni di qualità o al consiglio di un professionista, così da assicurare un dosaggio efficace e una combinazione realmente sinergica degli estratti. Con i miei pazienti alla Clinica del Cibo valuto per prassi la qualità del prodotto e il dosaggio reale dei principi attivi, perché è l’aspetto che fa la differenza tra un risultato mediocre e uno ottimale.

La durata del trattamento con eleuterococco non dovrebbe essere superiore ai 3 mesi. Dopo questo periodo invito sempre a sospendere l’assunzione come minimo per alcune settimane e a valutare insieme al proprio nutrizionista, medico o naturopata se e quando riprendere il trattamento in base alla risposta individuale.


Articolo di
Biologo nutrizionista, specialista in Scienza dell'Alimentazione, dottore magistrale in Scienze della Nutrizione Umana, dottore magistrale in Scienze Naturali, master in Naturopatia.


Fonti e bibliografia scientifica