luca avoledo
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31 marzo 2021

Reflusso gastroesofageo e intolleranze alimentari

Intolleranze alimentari e reflusso gastroesofageo
Gestire intolleranze alimentari nascoste può mitigare o risolvere i sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), tra cui bruciore e dolore di stomaco e rigurgito acido.

La malattia da reflusso gastroesofageo interessa un italiano su tre e quasi sempre chi ne soffre si vede prescrivere terapie farmacologiche che, sul lungo periodo, possono provocare effetti collaterali e sottrarre al corpo vitamine e minerali essenziali.

Per quanto anche l'orientamento della medicina tradizionale sia attento ai comportamenti a tavola che tendono a peggiorare o migliorare le manifestazioni del reflusso, raramente viene preso in considerazione il collegamento tra reflusso esofageo e intolleranze alimentari o altre sensibilità al cibo, che potrebbe però essere più frequente di quanto si pensi.


Fenomeni di ipersensibilità al cibo possono essere del resto sottesi anche ad altre patologie a componente infiammatoria o ipersecretiva dell'apparato digerente, quali gastriti, gastropatie, esofagiti (spesso conseguente al reflusso), alcune forme di ulcera.


Il reflusso gastroesofageo e i suoi sintomi


La malattia da reflusso gastroesofageo, anche nota con le sigle MRGE o GERD, è legata alle conseguenze della risalita anomala del contenuto gastrico nell'esofago.

Nel tempo, il contatto dei succhi gastrici con la parete esofagea è in grado di causare l'infiammazione della mucosa (esofagite) e di scatenare i disturbi caratteristici della malattia da reflusso gastroesofageo.


Il dottor Luca Avoledo, nutrizionista e naturopata, parla di come gestire naturalmente i sintomi del reflusso a "Il mio medico" su TV2000.

Si tratta di sintomi quali bruciore alla bocca dello stomaco (pirosi), spesso esteso alla zona retrosternale, dolore gastrico che può interessare anche il torace ed essere molto intenso, acidità, eruttazioni frequenti, così come manifestazioni più sfumate o aspecifiche, quali difficoltà a deglutire, irritazione alla gola, tosse secca e altre ancora.


Le cure mediche tradizionali per la malattia da reflusso gastroesofageo


Per curare il reflusso gastroesofageo la medicina convenzionale interviene soprattutto prescrivendo inibitori di pompa protonica (IPP): molecole come omeprazolo, lansoprazolo, esomeprazolo, pantoprazolo.

Questi farmaci riducono i sintomi inibendo la produzione di acido cloridrico nello stomaco. Tuttavia, il secreto gastrico svolge, fisiologicamente, un'azione necessaria sia ai fini della digestione, sia per la difesa dagli agenti patogeni nel canale digerente, dal momento che ha azione antimicrobica.




Non stupisce quindi che chi è in cura con gli inibitori di pompa protonica sia più soggetto a infezioni intestinali, anche per il forte impatto che questi farmaci hanno sul microbiota.

Le ricerche hanno inoltre documentato un maggiore rischio di osteoporosi quale ulteriore effetto avverso importante della terapia antireflusso più diffusa e utilizzata.


Il ruolo delle intolleranze alimentari nel reflusso gastroesofageo


Se è assodato che la MRGE è un disturbo a genesi multifattoriale, è tuttora poco indagato il contributo delle intolleranze alimentari al reflusso gastroesofageo.

Eppure, anche la ricerca scientifica si è pronunciata in senso possibilistico sul nesso tra malattia da reflusso gastroesofageo e intolleranze alimentari, per quanto il tema resti controverso e ancora manchino risposte sul piano dell'approccio ufficiale.

Uno studio italiano apparso su The American Journal of Gastroenterology ha valutato che tra le cause di innesco dei sintomi della MRGE ci siano proprio le ipersensibilità a uno o più cibi.


Infiammazione da cibo come causa di reflusso esofageo


Le cosiddette intolleranze alimentari si sviluppano con un meccanismo diverso dalle allergie, ma hanno la capacità di generare nell'organismo uno stato infiammatorio persistente, anche se solitamente di bassa entità, in primo luogo proprio attraverso l'alterazione del microbiota intestinale (disbiosi).

Questa infiammazione, chiamata appunto "infiammazione da cibo", può riguardare anche lo stomaco e sostenere o peggiorare i sintomi del reflusso gastroesofageo.


In presenza di una reazione indesiderata agli alimenti, rischiano in generale di slatentizzarsi predisposizioni individuali: se chi è già vulnerabile sotto il profilo gastrointestinale tenderà a presentare reflusso gastroesofageo, gastrite, problemi intestinali (colite o sindrome dell'intestino irritabile, innanzitutto), persone più fragili a livello respiratorio saranno eventualmente più suscettibili a raffreddori frequenti, mentre altri soggetti potranno soffrire con maggior facilità di cistiti recidivanti, mal di testa ricorrenti, dolori muscoloscheletrici, dermatiti o altri disturbi dermatologici.


Il dottor Luca Avoledo spiega come si risolvono le ipersensibilità al cibo.

Alla base di questi fenomeni di ipersensibilità alimentare c'è spesso una dieta inconsapevolmente monotona: malgrado si sia magari convinti di organizzare i pasti della giornata con varietà, frumento, latte e derivati, lieviti, alimenti ricchi di sale, cibi contenenti nichel o grassi vegetali dominano pressoché incontrastati nell'alimentazione dell'italiano medio.


Individuare e risolvere le intolleranze alimentari per liberarsi del reflusso


L'ipersensibilità al cibo coinvolta nello scatenamento o nell'aggravamento del reflusso gastroesofageo può essere scoperta e affrontata, così come è possibile consentire all'organismo di riconquistare il controllo attivo sugli alimenti che ha cominciato a percepire come pericolosi e nei confronti dei quali ha innescato risposte infiammatorie responsabili di rigurgito acido, mal di stomaco e altri fastidi.


Esistono a questo scopo specifici test non convenzionali, come il test DRIA, appositamente studiati per identificare le food sensitivity, le sensibilità alimentari.

Una volta determinati i cibi "critici", la predisposizione di un piano personalizzato di recupero della tolleranza alimentare permette di reintegrarli in quantità via via crescenti, senza eliminare alcun alimento e nel rispetto delle caratteristiche individuali, per tornare al più presto a mangiare liberamente e contenere nel contempo la sintomatologia gastrica.

Il ricorso a fitoterapici come la liquirizia o ad altri rimedi naturali antireflusso costituisce un valido strumento di appoggio al percorso di rieducazione alimentare e gestione delle ipersensibilità, che velocizza la lotta a bruciori e acidità e aiuta a consolidare il recupero della salute digestiva.


Articolo di
biologo nutrizionista, dottore magistrale in scienze della nutrizione umana, dottore magistrale in scienze naturali, master universitario in naturopatia.


PER APPROFONDIRE L'ARGOMENTO
Celiachia, Intolleranze, Allergie Alimentari Teresa Tranfaglia
800 ricette naturali senza glutine, uova, latte, lievito
Macro Edizioni

FONTI E BIBLIOGRAFIA SCIENTIFICA
  1. Caselli M et al, "A possible role of food intolerance in the pathogenesis of gastroesophageal reflux disease", Am J Gastroenterol, 2009 Aug;104(8):2115-7.
  2. Caselli M et al, "Pattern of food intolerance in patients with gastro-esophageal reflux symptoms", Minerva Med, 2017 Dec;108(6):496-501.
  3. Imhann F et al, "Proton pump inhibitors affect the gut microbiome", Gut, 2016 May;65(5):740-8.

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